mercoledì 24 ottobre 2012

In pochi a Rieti per il riordino provinciale: e che si credevano?

da sito de "Il Messaggero"

Sarà una coincidenza o forse no, ma buona parte di sindaci che, nei giorni scorsi, avevano deciso di creare un coordinamento territoriale per trattare la resa con Viterbo, al teatro Flavio, nel consiglio straordinario sul tema dell'accorpamento della Provincia con Viterbo, non si sono visti. Non c’era Fabio Refrigeri di Poggio Mirteto, né Alfredo Graziani di Magliano, né David Basilicata di Fara Sabina; non c’era Michele Nicolai di Borgorose e neppure Sergio Pirozzi di Amatrice. Tutte postazioni di confine che, peraltro, potrebbero essere le prime a saltare in caso di accorpamenti forzosi con Viterbo (la soluzione istituzionale) o con Terni (desiderata da diversi sindaci e molto popolo). Nel libro delle presenze, hanno lasciato la firma 25 sindaci e assessori e consiglieri comunali di altri sei paesi: fanno 31 comuni su 73. Presenti quasi al completo consiglieri e assessori comunali reatini (si riconoscevano dalla giacca blu e dalla camicia bianca), parte della giunta provinciale, i tre consiglieri regionali eletti a Rieti - Cicchetti, Perilli e Nobili (salutata da qualche fischio) - e il vice prefetto, Paolo Grieco. Neanche un prete per chiacchierar, ma in compenso Cgil, Cisl e Uil in platea e Ugl sul palchetto e il presidente del Consorzio Industriale Andrea Ferroni in piedi, in fondo. Un palchetto anche per commercialisti e revisori dei conti: un segno dei tempi. Grami.


Non è certo un caso che a quell'incontro fossero presenti soltanto i rappresentanti dell'area reatina. La realtà è che quando si trattava di dover difendere i bisogni dei comuni "di confine" non c'è stata a Rieti nessuna manifestazione dei sindaci, nessuna battaglia comune di tutta la provincia. Adesso che invece a giocarsi il futuro è Rieti, ci si meraviglia delle assenze altrui. Il fatto è che la stima la si conquista col tempo. Evidentemente non sono bastati 80 anni a Rieti per ottenere quella dei comuni appartenenti alla sua provincia! Ora che la riorganizzazione delle province è in atto, non saremo certo noi - comuni di confine - a dover salvaguardare e difendere un'unità che non ci appartiene e che da sempre non ci è stata gradita. La legge del contrappasso obbliga adesso Rieti ad andare a Viterbo, ma adesso nella Conca sabina si vuole (guarda un po'!) l'Umbria! E quando Magliano e Leonessa la volevano, dove stava Rieti? La ex Provincia di Rieti è destinata a smembrarsi, come è normale che sia: Amatrice se ne vada con Ascoli, Borgorose e il Cicolano con L'Aquila, Passo Corese e la bassa sabina con Roma, Rieti e i suoi vicini con Terni. Forse un giorno ci ritroveremo nella stessa provincia umbra, ma senza rancori e sudditanze. Ognuno per la sua strada.

Anche dal sito Tusciaweb: Meglio Terni di Viterbo

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