lunedì 30 luglio 2012

Il Risiko delle province

dal sito "Viterbo Oggi"


A Terni è in pieno svolgimento un referendum per staccarsi dall’Umbria e passare armi e bagagli al Lazio, attraverso l’accorpamento con l’attuale provincia di Viterbo. La relativa raccolta di firme, secondo i promotori, avrebbe subito un’impennata dopo il no del governo all’emendamento ''salva Terni'' presentato da alcuni parlamentari. Secondo Andrea Liberati, presidente del comitato promotore del referendum ''Terni con Perugia o con Roma?'', la situazione che si prospettando non è accettabile. ''La nostra città perderebbe il suo status di capoluogo di provincia, la prefettura, la questura e una serie di sedi periferiche dello Stato. Con i nostri 115 mila abitanti e il nostro Pil, invece, potremmo diventare la più importante realtà territoriale del Lazio. Per questo puntiamo a diventare il baricentro di un asse tra Rieti e Viterbo''.
A Rieti, invece, la prospettiva di unirsi a alla Tuscia la vedono come una vera e propria iattura, tanto che stanno promuovendo un altro referendum per essere accorpati con la provincia di Terni e, quindi, diventare umbri.
Di contro, l’area più meridionale del Ternano, in primo luogo Orvieto e dintorni, non ne vuole più sapere di restare in Umbria, nella quale si sente marginalizzata e negletta, e vorrebbe approfittare della spending review e del riordino delle province per entrare a far parte dell’Etruria, l’ipotetica macro area a nord del Lazio, tornata d’attualità nelle ultime settimane.
Civitavecchia, invece, è spaccata a metà tra la prospettiva di entrare a far parte dell’area metropolitana di Roma e quella di approfittare dello sconvolgimento innescato dal governo per assumere un ruolo di primo piano nella macro area dell’Alto Lazio. A favore dell’ingresso nell’area metropolitana di Roma si era tiepidamente espresso il nuovo sindaco della città portuale Pietro Tidei. L’ex primo cittadino Gianni Moscherini, così come gran parte del Pdl civitavecchiese, invece, si sono espressi con decisione a favore della costituzione della provincia dell’Etruria, che dovrebbe essere, come ipotizzato oltre 20 anni fa, ''bipolare''. Come dire che i capoluoghi dovrebbero essere due: Viterbo e Civitavecchia. Un po’ come il Parlamento Europeo che ha due sedi con “pari dignità: Bruxelles e Strasburgo.
Il presidente della quasi ex Provincia di Viterbo Marcello Meroi, non vuol sentire parlare di accorpamento. Ma se proprio fosse costretto a a scegliere con chi realizzare un’unione di fatto, non avrebbe dubbi: Orvieto e dintorni. Il minimo indispensabile per arrivare a 350mila abitanti (ne mancano solo 19mila) e garantire la sopravvivenza dell’attuale assetto senza dover fare i conti con città come Civitavecchia e Rieti, che non ci pensano nemmeno a cedere a Viterbo lo scettro di guida politico-amministrativa del territorio. Insomma, sul riordino delle province, soprattutto nei territori interessati, c’è molta animazione, ma anche molta confusione. Al contrario c’è poca fantasia e ancor meno coraggio nel immaginare un assetto istituzionale nuovo e meno provinciale.

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