venerdì 6 luglio 2012

Abolita la provincia di Rieti. Stavolta, per davvero!


Il decreto del Consiglio dei Ministri di questa notte è intervenuto annunciando l'accorpamento delle province minori. Tra queste rientrerà sicuramente la Provincia di Rieti che, dopo vari tira e molla negli anni passati, appare questa volta davvero destinata alla scomparsa.
Varie sono le possibili destinazioni della provincia:
1) Fusione con la Provincia di Viterbo: se anche Viterbo non dovesse scomparire, l'ingresso nella provincia della Tuscia comporterebbe per Magliano un miglioramento nei rapporti con il capoluogo, quantomeno per la sua vicinanza; ciò permetterebbe anche di ragionare a livello di Unione dei Comuni con paesi quali Gallese e Corchiano, molto simili a noi.
Opzione 1B) con la Provincia di Roma che sparisce lasciando il posto alla Città Metropolitana, ci sarebbe la possibilità che i comuni a nord della ex provincia romana decidano di passare nella provincia di Viterbo, che diventerebbe così la Provincia dell'Alto Lazio (con Magliano che, in questo caso, diventerebbe - incredibilmente e dopo decenni di periferia - il centro geografico dell'intero territorio!).
2) Fusione con la Provincia di Roma: medicina peggiore non potrebbe esserci. Se Rieti sta oltre le montagne, Roma a tutto penserebbe tranne che a curare gli interessi dei cittadini che fanno parte dell'ex provincia sabina. Ciò soprattutto alla luce dei poteri che rimarrebbero alle province (ambiente e strade): rischieremmo di diventare la discarica di Roma!
3) Fusione con la provincia di Terni, e passaggio in Umbria: avverrebbe quello che abbiamo provato a fare finora, ossia ad entrare in Umbria, ma questa volta portandoci dietro tutta la provincia, che è sempre stata contro. Ovviamente questo passaggio funzionerebbe soltanto se la Provincia di Terni sopravvivesse e se fosse ammissibile un cambio di regione tramite decreto legge. Inutile dire i vantaggi: ambiente, vicinanza geografica e culturale etc.

Il decreto interviene anche sulle province, prevedendone la riduzione e l'accorpamento, con l'obiettivo di dimezzare il numero attuale. La riduzione avverrà sulla base di due criteri: il primo è la dimensione territoriale, il secondo è la popolazione. La definizione esatta dei parametri per la dimensione territoriale e la popolazione sara completata entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, con apposito provvedimento del Consiglio dei Ministri. All'accorpamento e riduzione si giunge attraverso una procedura che vede il ruolo attivo degli Enti territoriali. Il Governo trasmette al Consiglio delle autonomie locali, istituito in ogni regione, la propria deliberazione con i criteri. Successivamente, ogni Consiglio approva il piano di riduzione entro 40 giorni. Entro la fine dell'anno sarà completato il piano di accorpamenti. I Comuni capoluogo di Regione sono esclusi dagli interventi di accorpamento e riduzione. Le province che «restano in vita» avranno le seguenti competenze: ambiente (soprattutto per il settore discariche); trasporti e viabilità (anche per quanto attiene la costruzione, la classificazione e la gestione delle strade). In attuazione del decreto «Salva Italia», vengono devolute ai Comuni tutte le altre competenze che finora lo Stato aveva attribuito alle province. Entro il 1° gennaio 2014 vengono istituite le Citta metropolitane, dieci in tutto: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Contestualmente, verranno soppresse le relative province.

0 commenti:

Related Posts with Thumbnails